Sextantio Le Grotte della Civita si articola in 18 grotte, con dimensioni che in alcuni casi superano i 100 metri quadri, e uno spazio comune realizzato all’interno di un’antica chiesa rupestre.
La struttura si sviluppa su tre livelli collegati da un sistema di terrazze a strapiombo sulla gola scavata dal fiume Gravina, di fronte alla drammatica scenografia del Parco della Murgia e delle sue chiese rupestri. Le grotte sono state restaurate e arredate con la tecnica del recupero conservativo, con arredi dalle linee essenziali e biancheria di lino di inizio Novecento. Acqua fresca, frutta di stagione, dolci, liquori, decine di candele accese e profumi di oli essenziali attendono gli ospiti nelle diverse grotte; la mattina nell’antica chiesa viene servita la colazione con dolci, biscotti, marmellate, formaggi e salumi del territorio. Ogni grotta di Sexantio le Grotte della Civita è dotata di un moderno impianto di climatizzazione e connessione a internet.
Sassi di Matera
I Sassi di Matera, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, hanno un’architettura e una storia umana uniche: l’interno delle grotte era scarno, e lo stile di vita molto essenziale (ben descritto nel famoso libro di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”). Le buone condizioni atmosferiche nella maggior parte dei mesi dell’anno spingevano la popolazione a vivere all’aperto, e così nelle grotte si entrava quasi solo per dormire. Ecco perché gli interni sono stati ristrutturati con un approccio minimalista. L’obiettivo è stato quello di ritrovare la semplicità della forma, in un dialogo tra storia, natura e vita moderna.
Recupero conservativo
Durante la ristrutturazione sono stati salvaguardati gli elementi lapidei esistenti, come le mangiatoie, mentre per pavimenti e soglie sono stati utilizzati mattoni in cotto e pietre antiche. Gli infissi, in legno e in ferro, sono stati realizzati con tecniche artigianali utilizzando materiale secolare di recupero, e le pareti esterne non sono state tinteggiate per salvaguardare gli intonaci medievali. Le pareti interne e le volte sono state trattate nella maniera meno invasiva possibile, conservando così i segni della lavorazione antica e della vita quotidiana nei conci di tufo.